Eraclea Mare e la sua storia

Eraclea è un comune di 12.459 abitanti in provincia di Venezia. Fino al 4 novembre 1950 si chiamò Grisolera (con decreto n. 1061 del Presidente della Repubblica Italiana Luigi Einaudi, ma su inziativa dell’allora Sindaco Guerrino Burato e del segretario comunale rag Aldo Tassoni, il nome venne modificato in quello attuale: ERACLEA).

In quell’anno, il comune deliberò di assumere il nome dell’antica città romano bizantina, i cui resti si trovano al confine del territorio comunale nei pressi della località di Cittanova, verso San Donà di Piave. Il nucleo storico della cittadina bassomedievale, di cui oggi nulla resta, si formò con la fuga verso la sicurezza della laguna delle popolazioni romane provenienti dalle cittadine di Oderzo (Opitergium) e Concordia Saggittaria sacheggiate dai barbari.

 

Storia

Il primo nome della città bassomedievale di Eraclea fu Melidissa, dal greco Meliedes luogo migliore.

L’iniziale insediamento umano ebbe infatti luogo all’interno delle lagune che si estendevano lungo tutto l’arco dell’alto adriatico, a partire dal Po fino al Tagliamento. Il mare era separato dal bacino lagunare da un cordone litoraneo sabbioso intervallato dalle foci dei vari fiumi il cui delta si apriva all’interno delle medesime lagune. I primi abitanti di quella che diventò in breve la più grande cittadina delle venezie della laguna erano i profughi delle più importanti città romane che si susseguivano lungo la via Annia in fuga dalle devastazioni causate dalle invasioni di popolazioni barbariche nel periodo che va dal principio del VI secolo fino all’inzio del VII. La maggioranza di loro proveniva dalla cittadina di Opitergium (Oderzo) mentre altri provenivano da Altino, Concordia Saggitaria e Aquileia.

L’agglomerato urbano si espanse su un’isola che, separata dalla terraferma da acque profonde, garantiva la sicurezza dei rifugiati dalle incursioni in massa e dalle razzie periodiche delle schiere militari al seguito delle orde barbariche che migravano attraversando la pianura padana.

Verso la metà del VII secolo, Eraclea era già la città maggiore dell’estuario, in posizione centrale, cinta da alte mure e difesa da ben ordinati corsi d’acqua, con carattere spiccato di fortezza atta a resistere agli assalti da terra e dal mare. A levante guardava il mare, protetta da una larga distesa di sabbia popolata da pini marini; ai lati di mezzodì e tramontana aveva dei canali ed a ponente dei fitti boschi e terre coltivate che confinavano con il territorio trevigiano, altinate e opitergino.

L’isola modesta dei marinai, pescatori e cacciatori era ormai una città importante (sembra con 90.000 abitanti) residenza gradita e capitale invidiata delle lagune venete. In essa sorgeva la cattedrale di san Pietro Apostolo fondata da San Magno.

 

Le popolazioni che si insediarono in Melidissa erano di cultura e costumi romani e mantennero stretti rapporti con i centri del potere imperiale che si era conservato in oriente e nell’esarcato attorno alla citta di Ravenna.

Lo stretto rapporto Bisanzio permise la strutturazione del sistema gerarchico cittadino sull’esempio di quello di tradizione romana: capo militare indiscusso era appunto il DUX, figura da cui deriverà poi il Doge della Serenissima.

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